Per Israele occorre avere il visto? L’Italia fa parte dei Paesi esenti in caso di viaggi turistici? Perché i controlli alla frontiera possono essere lunghi anche quando si hanno tutti i documenti in regola? Che cosa di deve fare per entrare nei Territori Palestinesi? Stai preparando un viaggio in Israele e vorresti sapere quali sono le formalità amministrative indispensabili? Turismo, lavoro, tensioni frontaliere, sicurezza: scopri tutte le informazioni, i consigli utili e i contatti indispensabili per un viaggio senza intoppi in Israele.
I nostri attestati di assicurazione comportano la seguente menzione: le spese mediche legate al COVID-19 sono coperte nei limiti indicati in questa attestazione.
Visto Israele: ecco tutto quello che devi sapere
La necessità di richiedere il visto dipende dal motivo e dalla durata del tuo viaggio.
Per viaggi turistici fino a 90 giorni non serve il visto. Alla frontiera le autorità non mettono un timbro di ingresso sul passaporto, ma rilasciano un tagliando ufficiale da conservare preziosamente per tutto il soggiorno.
Per tutti gli altri tipi di viaggio (studio, lavoro, ONG, ecc.) e per viaggi turistici superiori a 90 giorni, il visto è obbligatorio.
Soggiorno turistico prolungato, viaggio per studio, lavoro, clero: ogni tipo di visto ha un costo diverso (da 22 euro per soggiorni turistici a quasi 200 per particolari tipi di viaggi d’affari) e una lista specifica di documenti da fornire. Consulta il sito dell’Ambasciata di Israele in Italia per conoscere tutti i dettagli.
Assicurazione Viaggio Israele
Copertura sanitaria completa per il tuo viaggio in Israele | A partire da soli: 10.50€!
I controlli in aeroporto e i rischi di respingimento: quando il visto non c’entra
La situazione in Medio Oriente, anche al di fuori dei periodi di crisi, resta tesa così come i rapporti di Israele con altri Stati, limitrofi o meno. Ecco perché se sul passaporto ci sono timbri o visti rilasciati da un Paese arabo o islamico, i controlli alla frontiera potrebbero essere più lunghi e approfondititi.
Perquisizioni, interrogatori e perfino stati di fermo si verificano anche quando le autorità non sono convinte che la motivazione del soggiorno sia davvero il turismo. Essere coniuge di un palestinese o avere i genitori iscritti al Registro della popolazione palestinese potrebbe impedire invece l’accesso a Gerusalemme o all’aeroporto di Tel Aviv.
Le conseguenze di queste complicazioni vanno da un ritardo all’aeroporto fino al respingimento con obbligo di rientro immediato a spese del viaggiatore.
Qualche consiglio per evitare questi problemi
Arriva con molto anticipo in aeroporto, tanto per il viaggio di andata che per quello di ritorno.
Verifica di avere tutte le carte in regola prima di metterti in viaggio. Rivolgiti all’Ambasciata d’Israele a Roma, al consolato o al Ministero degli Interni israeliano per sapere se la tua situazione potrebbe suscitare problemi. Precedenti espulsioni, rifiuti di ingresso, soggiorni illeciti o partecipazione ad attività di boicottaggio a Israele sono altrettanti motivi per i quali è possibile essere respinti all’aeroporto.
Nonostante l’Ambasciata Italiana a Tel Aviv non possa intervenire sulla decisione delle autorità israeliane, informala immediatamente in caso di problema alla frontiera.
Come entrare nei Territori palestinesi?
Per andare in Cisgiordania e Gaza dall’Italia, passando per Israele, è necessario sottoporsi a ulteriori controlli di frontiera.
Per viaggi turistici fino a 90 giorni bisogna presentare il tagliando rilasciato alla frontiera israeliana.
Per tutti gli altri tipi di viaggio e per soggiorni turistici superiori a 90 giorni, è necessario richiedere sul posto il visto “Judea & Samaria only” rilasciato dall’Autorità israeliana responsabile dei Territori Palestinesi.
L’entrata nei Territori Palestinesi avviene attraverso dei check-point presidiati dall’esercito israeliano. Attenzione: poiché nei periodi di particolare tensione alcuni di questi valichi possono essere chiusi, è importante verificarne sempre l’accessibilità prima di mettersi in viaggio.
I palestinesi che non hanno la residenza a Gerusalemme, anche quelli con cittadinanza italiana, non possono transitare per gli aeroporti israeliani per andare in Cisgiordania o Gaza.
Gli altri documenti necessari per un viaggio in Israele
Che serva oppure no il visto, per entrare in Israele grandi e piccoli hanno bisogno di un passaporto con una validità di almeno sei mesi dalla data di ingresso.
Raccomandata per qualsiasi tipo di soggiorno, l’assicurazione viaggio Israeleè obbligatoria per il rilascio del visto. Rimborso di tutte le prestazioni sanitaria (piuttosto costose in Israele), copertura delle eventuali spese mediche e di rimpatrio anche legate al Covid-19, assistenza di viaggio 24/7, protezione del bagaglio, garanzia annullamento: i buoni motivi per stipulare un’assicurazione sanitaria viaggio sono tantissimi.
La patente italiana è valida per guidare in Israele per al massimo 3 mesi.
Vaccini, profilassi: ci sono degli obblighi sanitari per andare in Israele?
Non c’è nessun vaccino obbligatorio per entrare nello Stato di Israele, ma alcuni tipi di visti richiedono tra i documenti da allegare alla domanda anche un certificato di buona salute.
I nostri consigli:
Prima di partire verifica sempre di essere a posto con i vaccini di base e fai un controllo generale dal tuo medico di fiducia e dal dentista.
Sul posto segui le normali regole di igiene: mangia cibi ben cotti, latte pastorizzato, frutta e verdura da sbucciare o lavate con acqua potabile, bevi solo acqua e bevande in bottiglia.
Non sottovalutare il clima nei mesi estivi, soprattutto se ti spingi nelle zone desertiche del Sud più adatte per un viaggio da novembre a marzo.
È pericoloso andare in Israele?
La regione di Israele è soggetta a tensioni e, anche durante i periodi più calmi, alcune zone richiedono sempre molta cautela. Dai confini con la striscia di Gaza, alle frontiere con il Libano e la Siria, dal Golan al Sinai: tieniti sempre aggiornato consultando le raccomandazioni della Farnesina, sul sito Viaggiare Sicuri, e seguendo le indicazioni della autorità israeliane e dell’Ambasciata italiana a Tel Aviv.
E nella vita di tutti i giorni?
Fai molta attenzione nei luoghi pubblici e particolarmente affollati, e informati sulla localizzazione di rifugi e zone protette.
Non visitare i quartieri ultraortodossi durante lo Shabbat (da venerdì pomeriggio a sabato sera).
Adotta un comportamento e un abbigliamento appropriato nei luoghi di culto, durante le festività religiose o nei quartieri ultraortodossi o musulmani.
Lo Stato di Israele attira sempre più viaggiatori affascinati dalla sua storia millenaria e travagliata, dalla commistura delle culture, dall’atmosfera suggestive e ineguagliabile. Tra paesaggi sontuosi, luoghi biblici, suq, edifici romani e bizantini, un viaggio in Israele promette molto di più di una semplice vacanza.
Per viaggiare in tutta sicurezza, resta informato!